04/07/11

Schizofrenico e La Cultura della Paura: Thievery Corporation

Era ormai quel che si dice uno schizofrenico.. Contento. Più la logica contraddittoria dei flussi di informazione lo obbligavano a sdoppiarsi più si riteneva contento. Quel che si definisce una doppia vita. E a volte confondeva la propria leggera schizofrenia,il proprio sradicamento,la propria libertà. Aveva avuto la forza e il coraggio di tagliare con la sua vita precedente: famiglia,città,amici,lavoro e ricominciare altrove,senza un piano preciso,una direzione da seguire,qualcuno o qualcosa a cui potersi aggrappare nei primi tempi..Gli era sempre piaciuto stare lì e altrove nello stesso istante. Concepiva il proprio godimento in termini (per lo più) di dispersione elettronica. Ed era entusiasta di essere lui stesso una specie di piattaforma digitale: un orecchio al telefono,un occhio alla mail,circondato da hi-fi e diffusori,una bocca a un panino,una gamba su una scala mobile di una metro. E ne andava ancor più fiero quando l'altra gamba attraversava i corridoi di un Euro star (odiava volare) ,l'altro occhio ad un DVD e l'altro orecchio si svagava col suo fedele Ipod nero.Ma nell'ultimi tempi credeva di non essere quella somma di tutte le parti di se stesso. Non riusciva ad trasmettere..il suo odore,ne ricevere quello d'altri. Questo lo faceva sentire sufficientemente disincantato. E nei suoi viaggi,nel suo nuovo lavoro,nei ricevimenti aziendali high tech ebbe la conferma che il capitalismo dominante dell'informazione stava fagocitando completamente anche lui. Più si guardava intorno più vedeva uno strano mix di pezzi grossi,star,patetici politici,pseudo geni del marketing e della comunicazione. Un fluido dove anch'egli partecipava. Cominciò a fare fatica a concentrarsi. E sentiva sempre più lo scoramento. Il suo lavoro cominciò a rallentare. Dormiva poco,dimagriva. I suoi rapporti interpersonali sempre più inconcludenti. Si era perfino vantato in passato di essere un precario-volontario-creativo. Ma ora si sentiva soffocare. La sua vergogna non la provava solamente leggendo le situazioni descritte da P. Levi,ai novecento milioni di esseri umani senza cibo, davanti ai morti e all'immondizia per le strade,ma anche in condizioni insignificanti,di fronte alle bassezze e alle volgarità che pervadono le democrazie,alla propagazione di questi modi di esistenza e di pensiero. A queste società di servizi,società della noia,dello spirito di imitazione,della viltà e dell'invidia reciproca. Ma soprattutto si rese conto che vi era un attacco mai visto prima. chiunque si distanzia dalle preoccupazioni dell'uomo di strada,dalla serietà della vita,dalla stupidità è considerato..elitario,astratto,fastidioso. Davanti all'ignobile decise di fare come gli animali:ringhiare,scavare,sogghignare.. Cominciò la sua lunga traversata nel..deserto digitale.




Culture of Fear
Culture of Fear torrent


Sesto album per Thievery Corporation, non il migliore. La loro miscela di elettronica, bossa nova, dub funziona e allora, perchè cambiare? Nel disco c'è tutta la loro politica,un atto d'accusa contro il razzismo,le paranoie ingiustificabili e la cultura della paura che viene fomentata dai nostri governi. Tante le partecipazioni ( Federico Aubele e Bobbie Myers) e la voce di Lou Lou sempre splendida,ma il resto dell'album dà la sensazione che il meglio è già venuto, prima.

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