15/10/12

The Walking Dead, terza stagione

A noi, piace assai..

La serie tv The Walking Dead, oltre a essere uno dei successi degli ultimi anni, è una perla rara per gli appassionati di fumetti. Chi segue da tempo il fumetto della Image Comics da cui è tratta può dividersi in due fazioni, come spesso accade in questi casi: chi vorrebbe un adattamento fedelissimo, chi – la maggioranza, pare – invece si aspetta qualcosa di più. Ecco, il serial della Amc riesce a dare quel qualcosa in più in termini di colpi di scena, emozioni, personaggi, scontentando pochi fan. Se a grandi linee la trama portante è quella, efficacissima, del fumetto (il comic in bianco e nero più venduto d’America), nelle due stagioni finora andate in onda la serie tv si discosta in maniera originale e brillante. E aggiunge nuovi personaggi come i fan-favourites Merle Dixon (Michael Rooker), abbandonato a morire nella prima stagione ma di ritorno nella terza, e il fratello Daryl (Norman Reedus), grande sorpresa delle scorse puntate. Se può spiazzare, il vedere alcuni volti amati dai lettori dei comics soccombere ai pericoli dell’apocalisse zombie in corso molto prima del previsto, di certo questo aggiunge quell’imprevedibilità che rende il serial un’esperienza nuova e intrigante anche per chi conosce a menadito i comics.

La terza stagione, 16 episodi in onda in Usa dal 14 ottobre e in Italia su Fox dal giorno dopo, sembra sarà ambientata poche settimane dopo la seconda. Da un lato è certa la presenza della nuova ambientazione principale che i lettori dei fumetti si aspettavano: una prigione abbandonata circondata da zombie, in un gigantesco set costruito appositamente. Inoltre saranno del cast due personaggi già cult per i lettori, la spadaccina Michonne e il crudele villain noto come il Governatore. La prima l’abbiamo intravista nel finale della seconda stagione, interpretata da Danai Gurira, mentre andava in giro con due zombie sdentati al guinzaglio e una katana. Il secondo ha il duro volto dell’inglese David Morrisey ed è il leader di un’altra comunità di sopravvissuti che andrà inevitabilmente in collisione con quella guidata dal protagonista della serie, il poliziotto Rick Grames/Andrew Lincoln. D’altro canto, c’è veramente la possibilità che accada di tutto, ancor più quando altri esseri umani disperati entrano sulla scacchiera. Dopotutto, il motto della nuova stagione è “Fight the dead, fear the living”: come nella tradizione della narrativa post-apocalittica, il vero nemico è l’essere umano disperato e disposto a tutto pur di sopravvivere. Gli zombi hanno devastato il mondo ma pare siano gli umani rimasti in circolazione a terminare l’opera.

Come nasce questo effetto sorpresa lo racconta Robert Kirkman, cocreatore della serie a fumetti, edita in Italia da Saldapress: “ Non facciamo altro che guardare ai comics e notare cosa funziona e cosa no, in base a cosa si è già visto nel serial televisivo. Ad esempio, ci sono personaggi che abbiamo già mostrato e sono morti, che nei fumetti hanno un ruolo importante nella prigione. Adattandoci, inventiamo nuovi colpi di scena e cambiamenti nella trama generale, andando poi nel dettaglio dei singoli episodi”. Di recente, Kirkman ha raggiunto un accordo con il disegnatore dei primi numeri, Tony Moore, dopo che questi gli aveva fatto causa per i diritti dei personaggi accusandolo di avergli sottratto migliaia di dollari. Insomma, sono sempre gli umani i primi a scannarsi tra loro.


È una serie post-televisiva, concepita per una fruizione nomade, su piattaforme come tablet e telefonini, distribuita via iTunes e Xbox Live, svincolata da ogni “palinsesto” (nozione obsoleta come il tragico duopolio Rai-Mediaset, espressione di una cultura feudale e retrograda). Una serie che può già contare su una comunità di freaks & geeks che esaminano ogni scena, inquadratura e “schermata”, sul modello di Lost, e condividono informazioni in Rete, perché la visione, quella vera, ha luogo su Internet, non in tele-visione.

Wired.it


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