Il Pigneto negli ultimi anni è diventato il punto di riferimento della creatività e della dimensione multi-culturale di Roma. Una scenografia ideale per un festival che coniuga sonorità innovative, sensibilità ambientale e street art. Una location storica dal carattere tipicamente “romano”, dalla notevole vivacità culturale e sociale. Strettamente legato al territorio del Municipio VI° di Roma, il Pigneto è una borgata romana a crescente frequentazione giovanile, ricca di luoghi dedicati alla musica dal vivo ed alla convivialità con vinerie bistrot e B&B. Famoso per la sua vocazione antifascista durante la seconda guerra mondiale il Pigneto è storicamente noto soprattutto per essere stato location del film “Accattone” di P.P. Pasolini. Ricco di siti archeologici come la Basilica Sotterranea di Porta Maggiore, il Torrione Prenestino, il Colombario di Largo Preneste e le Mura Aureliane.
Venerdì si apre Ultrasuoni, il primo festival multi-venue in Italia. Due giorni di musica dal vivo e arti visive distribuite tra più location (Circolo degli Artisti, Init, Alvarado Street e altri locali del quartiere Pigneto) sulla scorta di quanto accade da anni al South By Southwest di Austin, all’Eurosonic in Olanda o al GreatEscape di Brighton. Ricchissimo di presenze il cartellone, ne riassumiamo alcune: per il 12 sono previsti i live di ORB, storico duo della scena elettronica anglosassone (fuori con il nuovo album The Orbserver in the Star House, realizzato con la collaborazione di Lee Scratch Perry), Fujiya & Miyagi, il party- rock australiano dei DZ Deathrays e il rock riverberato dei californiani Tamaryn. Sabato 13 sarà la volta di Echo and the Bunnymen, band seminale della new wave inglese anni 80 capitanata dal carismatico Ian McCulloch, e sarà uno di quei live ad alta tensione: come già illustrato in alcuni post precedenti, sia il Circolo degli Artisti che ospiterà gli Echo e l'Init, sono locali abbastanza piccoli e sicuramente il gruppo attirerà una folta presenza di vecchi e nuovi fans, rendendo l'atmosfera infuocata. Inoltre fà ancora caldo nella capitale e il sudore colerà a litri. Noi li preferiamo, ormai, i concerti nei piccoli Club: nonostante la combustione interna, l'intensità che si viene a creare tra i musicisti e il pubblico sfocia in un vero e proprio "rapporto fisico", e l'energia e la tensione che ne deriva è unica ed eccitante.
A seguire il dream pop dei Gravenhurst di Nick Talbot, degli svedesi Amplifetes, del nuovo progetto anglo-carioca dei Madrid (che unisce membri di CSS e Bonde Do Role) e dei nostrani Soviet Soviet.
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