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31/12/14
30/12/14
Uno spaventoso divario: la vittoria dei ricchi
L’immane vittoria dei ricchi
Lo scenario che Marco Revelli ci sottopone in un piccolo volume La lotta di classe esiste e l’hanno vinta i ricchi (Laterza pp. 96, euro 9), non si discosta di molto da quello percorso in lungo e in largo nel monumentale bestseller di Thomas Piketty, Il Capitale nel XXI secolo: uno spaventoso incremento del divario tra i più ricchi e i più poveri, tanto che lo si consideri a livello globale, tra i diversi paesi o all’interno di singoli stati. Divario che non ha smesso di crescere a partire dalla metà degli anni Settanta, dalla fine dei cosiddetti «30 gloriosi» anni che hanno seguito la fine della seconda guerra mondiale. Il fenomeno è da tempo ammesso e certificato da tutti gli organismi internazionali che non mancano di sottolinearne le proporzioni drammatiche. Alla fine del secolo scorso, dopo 25 anni di politiche liberiste, l’1% più ricco della popolazione mondiale riceveva un reddito pari a quello del 57% più povero, risultato che non sembra tuttavia sufficiente a rimetterle in discussione. Tanto è vero che il nuovo secolo non ha affatto invertito la rotta, semmai ha impresso un’accelerazione. Questo vertiginoso aumento della diseguaglianza poggiava e poggia, oltre che su concrete scelte politiche, su una ideologia tra le più dogmatiche che la modernità abbia mai conosciuto. Ed è dunque sugli elementi basici di questa ideologia e sul loro palese attrito con la realtà empirica che Revelli concentra la sua analisi. Le politiche di diminuzione della pressione fiscale sui redditi più elevati, sulla rendita e sui patrimoni maggiori, con il conseguente smantellamento dello stato sociale e contenimento dei livelli salariali si autolegittimavano sostenendo che dall’incremento delle ricchezze più cospicue qualcosa sarebbe «sgocciolato» sulle fasce più povere della popolazione. Che, insomma, dall’arricchimento dei ricchi, tutti, alla fine avrebbero tratto qualche vantaggio. Così recitava la teoria del trickle down. Che, come ogni dogmatica che si rispetti, non mancava di avvalersi delle sue belle espressioni geometriche. In questo caso due eleganti curve, quella di Laffer (professore in una business school negli anni Settanta) e quella di Kuznets (studioso dello sviluppo economico e premio Nobel nel ’71).
29/12/14
Bowie cartoon e con Klaus Nomi
Ancora Bowie.. E se si vuole parlare di David Bowie, prima o poi si arriva sempre a parlare di Brian Eno. Produttore musicale, artista visivo, riparatore tecnologico, non ha avuto naturalmente un ruolo in tutto quello che Bowie ha fatto, ma la sua collaborazione ha prodotto i lavori forse più duraturi dell'intero catalogo della star: personalmente, consideriamo il periodo della trilogia e in genere tutta la collaborazione tra i due quello migliore di Bowie. Nel 1995 Eno ha prodotto il "cybernoir" concept album 1. Outside, che sembra attrarre più consensi oggi di quanto abbia fatto quando fu pubblicato. Ma, ripetiamo, il monumento all'unione dei due è celebrato con Low, Heroes e Lodger, album informalmente noti come la "trilogia berlinese", così chiamata per la città in cui Bowie, con lo zampino di Eno compose gli album.
27/12/14
25/12/14
At Barrowland: The Cure live
Un periodo culminante della loro carriera, due concerti che si tennero a Londra, l'8 e 9 maggio, del 1984 all'Hammersmith Odeon, registrazioni che poi furono masterizzate per il loro album dal vivo del 1984 , Concert: The Cure Live.
Robert Smith aveva ricaricato le sue energie creative, aveva collaborato con Siouxsie and The Banshees suonando la chitarra e aveva registrato Blue Sunshine con Steven Severin sotto lo pseudonimo di The Glove . The Top, il nuovo lavoro in studio, fu un album ispirato che tracciò una nuova direzione per il gruppo, decisamente più acustica. Certamente Concert presenta una delle migliori scalette, probabilmente il meglio della loro produzione fino a quel momento.
Le immagini oscuramente psichedeliche proiettate dietro la band, lente e claustrofobiche sono probabilmente opera di Tim Pope, loro collaboratore già da molto tempo. The Top era appena uscito e la band era in gran forma, come ci si potrebbe aspettare essendo consapevole che c'era uno studio di registrazione mobile che doveva catturare lo show.
Il live che proponiamo sotto è di pochi mesi più tardi, registrato a Glasgow al Barrowlands Ballroom il 25 agosto del 1984 con una scaletta simile. Non così suggestivo come lo spettacolo sopracitato, molto più dark. Rimarchiamo solo che Tolhurst finge di suonare le tastiere anche quando ci sono alcuni pezzi in cui non sono contemplate..
The Cure - Concert (The Cure Live)
23/12/14
Volano asce: i Suicide
Di storie strane, buffe, oltre che drammatiche ce ne sono nel mondo del rock'n'roll. Questa ha davvero dell'incredibile, unica forse nel suo genere. La storia di una carriera di un duo innovativo, underground nel vero senso del termine, amato da moltissimi esponenti di primo piano della musica alternativa, la storia di una carriera che proprio quando sembrava aver avuto una svolta.. è finita.
Ladies and Gentlemen..i Suicide
"Fu durante uno show a Glasgow nel 1978, che qualcuno lanciò un'ascia che mi sfiorò la testa", dice Alan Vega con ammirevole concretezza. "Eravamo in tour con i Clash, aprivamo i concerti e credo che eravamo troppo punk anche per un pubblico punk. Ci hanno odiato. Li ho insultati con 'Stronzi dovete passare attraverso di noi per arrivare alla band principale.' Questo è quando la scure è stata lanciata verso la mia testa, e mi ha mancato per un soffio. Era surreale, il tipo. Mi sentivo come se fossi in un film in 3-D di John Wayne. Ma questo era niente di insolito. Ogni spettacolo dei Suicide era come fosse scoppiata la terza guerra mondiale. Ogni notte pensavo che potevo essere ucciso. Quel giorno, il più lungo, pensai 'Molto probabile che sarà stasera.' "
Vega, ora 59 anni, è seduto con il suo amico di lunga data e componente dei Suicide Martin Rev (età riservata, ndr) nella reception del ramo est del Holiday Inn di Londra. Vega appare meravigliosamente sinistro nelle sue sfumature di street-fighter con berretto. Rev, in giacca di pelle e occhiali da sole, sembra uscito dal set di Mad Max 2. E 'giusto dire che non si confondono per niente con i turisti e gli studenti svedesi che sono nel foyer.
22/12/14
10 Dischi per le feste
Un modo magico, il Natale. Le feste, i regali, pranzi e cene con i parenti, che fai a capodanno..
Ma anche per tanti, stati ansiosi, attacchi di panico, mal di testa e cefalee, insonnia, difficoltà a mantenere l'attenzione e a concentrarsi, irritazione, pessimismo. Perchè sappiatelo: le festività vengono associate a una sorta di promessa mancata. In pratica, ci portano a sperare e a credere in un miglioramento che però, di solito, ve lo assicuro, non ci sarà. Questo stato d'animo ce lo ha già spiegato in una delle sue meravigliose poesie il grande Freak Antoni, che poi l'ha messa in musica con gli Skiantos:
Ma anche per tanti, stati ansiosi, attacchi di panico, mal di testa e cefalee, insonnia, difficoltà a mantenere l'attenzione e a concentrarsi, irritazione, pessimismo. Perchè sappiatelo: le festività vengono associate a una sorta di promessa mancata. In pratica, ci portano a sperare e a credere in un miglioramento che però, di solito, ve lo assicuro, non ci sarà. Questo stato d'animo ce lo ha già spiegato in una delle sue meravigliose poesie il grande Freak Antoni, che poi l'ha messa in musica con gli Skiantos:
Ecco allora un elenco di dischi con cui sollassarci nelle feste. Proprio così: mentre tutti gli altri si divertono, fanno programmi, vi invadono il monolocale con frizzi e lazzi, noi li accogliamo con Funeral Party dei Cure, o Sancta Sanctorum dei Damned, così, a scanso di equivoci.. Del dark e del goth abbiamo abbondandemente relazionato. Potete dare una ripassatina qui..
Tuttavia..
invariabilmente disadattati, un pò di bassa autostima, c'era del coraggio, innegabile, nell' impegno per la causa dark: si era sempre gli stessi, sempre vestiti allo stesso modo alla luce del giorno o fermi ad aspettare l'autobus in città. Negli anni che vanno dal '79 al '87, quando il goth era ancora solo una conseguenza lunatica del post-punk e non ancora una sub-cultura indiscriminata globale e di consolazione per persone socialmente escluse, ha prodotto alcune delle musiche più ambiziose e intime. Oggi ci sono emo e metallari che hanno ereditato l'angoscia del goth ma niente della sua classe e stile.
Ma dimenticate l'elegante, sperimentale spirito fondante teatrale del dark: è vivo e vegeto altrove, in cerchie ben chiuse e selettive, in pochi esponenti musicali che vanno dai Zola Jesus ai Laboratory Obscure(Night Porter).. Non sono stato un dark, né ero destinato ad esserlo. Ma c'ero nella coda di quegli anni. Che musica !.. Questa classifica privilegia i dischi che musicalmente sono davvero innovativi e convincenti, dischi conosciuti ai più che esprimono l'eccesso, con arrangiamenti minimalisti e produzioni cavernose, dischi che mi piacciono, perchè il dark fu (è..) un ritorno alla poetica; il vero romanticismo post-punk.
E comunque conservo e ancora indosso la mia meravigliosa t-shirt "Children of the corn", con la grande falce al centro:perciò, non temete il mietitore.
Tuttavia..
invariabilmente disadattati, un pò di bassa autostima, c'era del coraggio, innegabile, nell' impegno per la causa dark: si era sempre gli stessi, sempre vestiti allo stesso modo alla luce del giorno o fermi ad aspettare l'autobus in città. Negli anni che vanno dal '79 al '87, quando il goth era ancora solo una conseguenza lunatica del post-punk e non ancora una sub-cultura indiscriminata globale e di consolazione per persone socialmente escluse, ha prodotto alcune delle musiche più ambiziose e intime. Oggi ci sono emo e metallari che hanno ereditato l'angoscia del goth ma niente della sua classe e stile.
Ma dimenticate l'elegante, sperimentale spirito fondante teatrale del dark: è vivo e vegeto altrove, in cerchie ben chiuse e selettive, in pochi esponenti musicali che vanno dai Zola Jesus ai Laboratory Obscure(Night Porter).. Non sono stato un dark, né ero destinato ad esserlo. Ma c'ero nella coda di quegli anni. Che musica !.. Questa classifica privilegia i dischi che musicalmente sono davvero innovativi e convincenti, dischi conosciuti ai più che esprimono l'eccesso, con arrangiamenti minimalisti e produzioni cavernose, dischi che mi piacciono, perchè il dark fu (è..) un ritorno alla poetica; il vero romanticismo post-punk.
E comunque conservo e ancora indosso la mia meravigliosa t-shirt "Children of the corn", con la grande falce al centro:perciò, non temete il mietitore.
21/12/14
20/12/14
Best Movie 2014
Davvero tanti film, quest'anno, tanti da lasciarne fuori sicuramente qualcuno da questa piccola lista di best: non ci sono mega produzioni tipo Interstellar (che pure ho visto) e che mi lasciano di solito freddo, ma in maggioranza piccoli film che hanno colpito e lasciato qualcosa.
Loke - Regia: Steven Knight; (Gran Bretagna/Usa)
Piccolo film della nuova cinematografia britannica, sempre efficace rispetto alle nostre commediette trite.Tom Hardy, assoluto protagonista dell'affascinante Locke diretto da Steven Knight: Ivan Locke è alla guida della sua macchina ed è diretto da Birmingham a Londra per raggiungere Bethan, la sua amante con cui ha avuto una breve relazione e che sta per dare alla luce il loro bambino.
La moglie e i due figli di Locke, lo chiamano in attesa del suo ritorno con la speranza di assistere tutti insieme a una partita. Ivan, inoltre, deve gestire un'emergenza di lavoro che ha a che fare con la realizzazione di una miscela perfetta di calcestruzzo.Tutto si svolge a bordo di un'auto, quasi come si trattasse di un monologo teatrale. Hardy in questo dramma psicologico deve gestire e superare il proprio stress e una crescente dose di rabbia e frustrazione.
Ho visto questo film in una bellissima serata londinese e forse proprio perchè mi trovavo in un altra città, fuori da ogni contesto familiare e lavorativo, è una storia che mi ha indotto a pensare al senso di responsabilità di noi uomini comuni (e che anima il protagonista, nonostante sia consapevole delle possibili conseguenze sulla propria professione e vita privata), ai rapporti familiari e soprattutto al confronto con la figura del padre, (presenza costante nei pensieri di Locke) e sulla necessità di evitare gli stessi errori che lo hanno segnato. Un film teatrale, in cui Hardy, in un lungo monologo spiega, consola, rivela, istruisce, distrugge. Il mondo del
calcestruzzo, che ho sempre odiato, diventa incredibilmente
affascinante.
The Babadook - Jennifer Kent; (Australia)
Sei anni dopo la morte violenta del marito, Amelia (Essie Davis) si sta perdendo. Lotta per disciplinare suo figlio di 6 anni, Samuel, pericolosamente 'fuori controllo', e che trova impossibile amare. I sogni di Samuel sono afflitti da un mostro che crede sia venuto a uccidere entrambi. Quando un libro di fiabe inquietante chiamato 'Babadook' viene ritrovato in casa, Samuel è convinto che The Babadook sia la creatura che ha sempre sognato. In una crescente spirale di allucinazioni il bambino va sempre più fuori controllo, diventando più imprevedibile e violento. Amelia, sinceramente spaventata dal comportamento del figlio, è costretta a ricorrere ai farmaci. Ma quando anche lei comincia a vedere scorci di una presenza sinistra intorno a lei, albeggia lentamente nella sua mente che la cosa che Samuel vede e da cui ha cercato di metterla in guardia può essere reale. È The Babadook, la creatura terrificante emersa dalle pagine di un libro, una vera e propria forza del male? Oppure è Amelia, stanca, fragile madre, che sta perdendo la presa sulla sua sanità mentale?
Mi è piaciuto tantissimo e, dello stesso parere è Fatamorgana, autentica amante, nonchè esperta di horror/fantasy/thriller come pochi. Film d'esordio magistralmente raccapricciante di Jennifer Kent, The Babadook non è un film dell'orrore come gli altri, il terrore che infonde è il contrario della solita tecnica ormai stantia e obsoleta che alberga negli horror più insignificanti e noiosissimi degli ultimi anni: quì c'è un disagio profondo, psicologico, verso le nostre paure più insite, il nostro terrore che cerchiamo disperatamente di allontanare ma che troviamo poi dentro gli armadi, nei nostri corridoi bui, sotto i letti. I nostri Babadook..
Mi è piaciuto tantissimo e, dello stesso parere è Fatamorgana, autentica amante, nonchè esperta di horror/fantasy/thriller come pochi. Film d'esordio magistralmente raccapricciante di Jennifer Kent, The Babadook non è un film dell'orrore come gli altri, il terrore che infonde è il contrario della solita tecnica ormai stantia e obsoleta che alberga negli horror più insignificanti e noiosissimi degli ultimi anni: quì c'è un disagio profondo, psicologico, verso le nostre paure più insite, il nostro terrore che cerchiamo disperatamente di allontanare ma che troviamo poi dentro gli armadi, nei nostri corridoi bui, sotto i letti. I nostri Babadook..
18/12/14
Interzone Best Shot 2014
I momenti più significativi della storia di quest'anno, una fotogalleria delle immagini più belle, secondo il mio parere: la devastazione di Ebola, le tragedie ambientali, le proteste di Ferguson, insieme a momenti di tenerezza che gli animali sempre ci regalano. Cliccando le foto si posso vedere ingrandite.
BEST SHOT 2014
Un elicottero della guardia costiera sul fiume Hudson, pieno di lastre di ghiaccio, nel corso di una ondata di freddo causata da un vortice polare il 9 gennaio 2014.
Andrew Burton / Getty Images
Una giovane ragazza, il 12 marzo 2014, ferita durante gli scontri tra polizia antisommossa e manifestanti a Istanbul.
Bulent Kilic/Aft/Getty Images
Agustin Gomez Perez, contadino di 21 anni, si da fuoco per protesta davanti al palazzo di Giustizia a Tuxtla Gutierrez, Chiapas, Messico, il 5 dicembre 2014.
AP Photo / Cuartoscuro, Jacob Garcia
Un bacio dalla mamma per Red Panda (a destra), uno dei due cuccioli nato al National Zoo and Aquarium di Canberra, in Australia, il 18 maggio 2014.
Epa / Alan Porritt
Un ragazzo palestinese sulle macerie degli edifici distrutti, nel corso di un cessate il fuoco a Gaza City, il 31 agosto 2014.
Ashraf Amra / Anadolu Agency / Getty Images
Un soldato turco "arresta" un manifestante curdo durante una manifestazione nei pressi del confine Siria/Turchia, il 23 SETTEMBRE 2014.
Epa/Ulas/ Yunus Tosun
Manifestanti aprono gli ombrelli per 87 secondi il 28 ottobre 2014, quanti erano stati i lanci di gas lacrimogeni che la polizia di Hong Kong ha sparato contro gli studenti disarmati, nella stessa zona della città un mese prima.
Epa / Alex Hofford
Giocatori di golf a Melilla, enclave spagnola a ridosso del Marocco, mentre migranti africani in cima a una recinzione di confine tentano di attraversare in territorio iberico, il 22 ottobre 2014.
REUTERS / Jose Palazon
Un dimostrante a Ferguson, Missouri, lancia un gas
lacrimogeno il 13 agosto 2014 dopo che la polizia era intervenuta
duramente contro un gruppo di dimostranti che protestavano per morte di
Michael Brown, 18anni, ucciso a sangue freddo da un agente.
Robert Cohen / MCT / Zuma Wire
Robert Cohen / MCT / Zuma Wire
Un operatore sanitario nell' ospedale a Monrovia, Liberia, vicino a una vittima di Ebola, agosto 2014.
Kieran Kesner
Sedie accatastate in un angolo di una classe a Guerrero, Messico, 16 Novembre 2014, dopo la scomparsa dei 43 studenti.
Brett Gundlock / Boreal Collective / Mashable
I ritratti dei familiari che hanno contribuito alla sconfitta del nazifascismo nella celebrazione del Giorno della Vittoria a San Pietroburgo, Russia, il 9 maggio 2014.
AP Photo / Dmitry Lovetsky
Julien Temple: quando succederà qualcosa?
Julien Temple ha firmato film come "Absolute Beginners" e "Pandaemonium", ma la sua fama si deve al rapporto con le punk e rock bands con cui ha realizzato pellicole destinate a lasciare un profondo segno nella cultura cinematografica. Dai Sex Pistols ai Clash e i Dr. Feelgood, dai Depeche Mode ai Rolling Stones fino a David Bowie e Neil Young... sono le stelle del rock che hanno brillato davanti alla sua macchina da presa, raccontando la società del suo tempo con uno stile innovativo e rivoluzionario. Il segreto dell'entusiasmo di un cineasta? Julien ce lo rivela senza mezzi termini: essere squattrinato!
Julien Temple, Alex Cox e Lech Kowalski, un trio di registi a cui INTERZONE deve molto, e che rappresenta il meglio che il cinema abbia espresso nell'ambito della musica alternativa. Iniziamo un trittico di articoli loro dedicati.
Julien Temple, Alex Cox e Lech Kowalski, un trio di registi a cui INTERZONE deve molto, e che rappresenta il meglio che il cinema abbia espresso nell'ambito della musica alternativa. Iniziamo un trittico di articoli loro dedicati.
INTERVISTA del 23 novembre 2014, nell'ambito del TORINO FILM FESTIVAL, 21 / 29 novembre, realizzata da Refresh, Radio 2
Refresh - Il Premio Torino che ti viene consegnato arriva a coronare le tante cose che hai fatto, ognuna molto diversa dall’altra: la tua filmografia spazia da The Filth and The Fury e Rock’n’Roll Swindle fino a Pandemonium in cui racconti di Wordsworth e Coleridge e i videoclips a cui hai dato un contributo fondamentale. Quale ritieni che sia l’aspetto più rilevante della tua arte filmica?
JULIEN - Direi che probabilmente sia il montaggio. Quando ho iniziato con i Sex Pistols stavo cercando un modo per dare un’estetica punk ad un film, ma soprattutto ero totalmente squattrinato e questa è la cosa più importante. Dovevamo fare un film sui Sex Pistols: specialmente quando erano una band, non potevano suonare dappertutto e allora volevamo avere un film con la loro musica dal vivo da proiettare dove non avrebbero potuto esibirsi. Ma non avevamo molti soldi, addirittura la macchina da presa veniva dal laboratorio della scuola di cinema che frequentavo, la National Film School, di cui avevo la chiave: entravamo di nascosto di notte, prendevamo la cinepresa e la riportavamo il mattino successivo, prima che arrivasse qualcuno. Quindi potevamo usare senza spendere nulla questa macchina da presa e la impiegavo per filmare la televisione, riprendevo letteralmente qualunque cosa trasmettessero quella notte, e poi montavo quelle immagini con le riprese dello spettacolo dei Sex Pistols, così realizzavo un editing di sequenze che non avevano niente a che fare le une con le altre per creare tramite le immagini una collisione “punk” di idee. Era un’operazione casuale, un po’ come nella letteratura di William Borroughs: adesso si chiama “mash-up” e spopola su internet, all’epoca invece ho adottato un’idea che non era stata ancora utilizzata. Ne scrisse addirittura Godard in un divertente articolo che parlava di questo nuovo linguaggio nel cinema, aveva visto The Great Rock’n’Roll Swindle e pubblicò questo bizzarro saggio. Io ovviamente ne ero entusiasta. Poi mi capitò di incontrare Godard, negli anni ’80 c’era un festival in Italia, a Salsomaggiore, e un mattino lo vidi in un bar mentre faceva colazione. Era molto presto, io ero stato in giro tutta la notte mentre credo che lui si fosse appena alzato. Così, dopo averlo riconosciuto, mi avvicinai per salutarlo ma la sua risposta fu soltanto “fuck off”!
R - Julien, paragonando i nostri giorni al 1977 o agli anni ’80 quando il punk e tanti altri stimoli artistici proponevano una novità, cosa credi che stia succedendo di analogo a quello spirito pionieristico? Cosa trovi “fresh” nel presente?
JULIEN - Beh… non c’è molto, a dire il vero. E’ una cosa strana, viviamo in un’epoca molto particolare in cui ti aspetteresti di veder accadere molte cose: viviamo in un mondo completamente nuovo, la tecnologia ha trasformato tutto. Siamo, per certi versi, al limite della determinazione della nostra stessa estinzione: fra trenta o cinquant’anni saremo ancora umani? Personalmente ne dubito, probabilmente saremo degli incroci fra uomini e computers. Si pensava che ci sarebbe stata un’azione culturale ribelle che si opponesse a questa tendenza scellerata, ma non è emerso nulla che avesse la stessa “urgenza” che c’era nel punk. In quell’epoca le persone credevano che fosse fondamentale alzarsi ed esprimere le proprie idee, invadere e conquistare gli spazi culturali, e se non fossero state libere di entrarvi avrebbero buttato giù la porta e se ne sarebbero impossessate. Si sarebbe potuto pensare anche che, con il futuro che si sta prospettando, i ragazzi sarebbero stati più disperati ed arrabbiati, con la necessità di esprimere i propri sentimenti. Ma ora alcuni obbiettivi sono fuori portata: i Sex Pistols sono stati in grado di connettersi con ogni livello culturale del tempo, non solo con il compartimento underground/indipendente come accade ora su Internet dove anche le realtà sonore più interessanti vengono relegate nella sezione della musica alternativa. Per superare quei confini devi dire il meno possibile: più insignificante è il contenuto del tuo messaggio, più ampio è il pubblico che raggiungi. Se non dici niente puoi raggiungere tutti, perché si sta demolendo ogni atteggiamento critico e per questo scopo anche la musica che può stimolare un pensiero deve essere deliberatamente emarginata. Ho la stessa sensazione riguardo a quasi tutte le forme d’arte: anche nella moda non trovi l’invenzione e lo spirito di avanguardia degli anni ’60, tutto consiste soltanto nel rigurgito del passato rielaborato in forme diverse. Cosa che senz’altro è divertente, ma non basta. Se pensi a questo tempo di cambiamenti fondamentali nella struttura della realtà che ci circonda, è naturale immaginare anche una risposta creativa ed artistica adeguatamente estrema. Forse la pirateria informatica. Forse i grandi artisti del presente sono gli hackers che abbattono i sistemi informatici in tutto il mondo. Non lo so, forse ora questo è più importante che strimpellare tre accordi con una chitarra.
R - E la cosa ti rende speranzoso o nostalgico?
JULIEN - Ho passato molto tempo pensando che qualcosa sarebbe successo. E invece non è successo niente. Comincio ad essere preoccupato: quando succederà qualcosa? Il tempo a nostra disposizione sta per scadere! Fra vent’anni i miei figli si troveranno a vivere in questo mondo, sono intrappolati come insetti nell’ambra. Quello a cui vorrei davvero assistere è un’insurrezione culturale. -
17/12/14
Servi di nessuno: la banda Bellini
D'all’interno di un’insospettabile ambulanza, il fascista Giusva puntava la sua Carabina di precisione sul portone d’ingresso di casa mia. Avevano deciso di farmi la pelle. Il rampollo della buona borghesia romana, appena iniziato al sesso da Edwige nel film Grazie nonna, era posteggiato al di la della strada da più di una settimana. Mi aspettava all’uscita, era la sua prima grande occasione. Ma io non mi muovevo, i nostri servizi segreti funzionavano ancora, era ormai più di un mese che restavo barricato nel monolocale. Guardavo spesso tra le fessure delle persiane, ma non avevo notato l’ambulanza. Con un occhio puntato dentro il mirino se la passava male laggiù, il Giusva, erano tanti gli inquilini che uscivano dal mio palazzo, probabilmente i sussulti gli sfiancavano i nervi, il sudore freddo colava sulla canna e giù per i fianchi. Se io non superavo i venticinque anni, lui era di molto più giovane. Però non avrebbe certo faticato a riconoscermi, ero sempre vestito con il solito trench verde, lo spolverino militare che mi arrivava fino ai piedi nonostante il mio metro e novanta di altezza, gli stivali di cuoio a punta e gli immancabili Ray-Ban a lenti azzurrate. Non potevo indossare altro, il trench era il simbolo del mio gruppo e i Ray-Ban una delle cause di quell’appostamento. Volevano farmi fuori e avevano scelto la scheggia pin pazza del loro schieramento. Se ne sarà stato li travestito da infermiere fino all’ultimo, fino a quando i suoi mandanti non potevano più aspettare. Solo dopo l’omicidio di Fausto e Iaio mi era arrivata la telefonata della libera uscita. Ancora una volta la perfetta organizzazione della mia banda, anche se sciolta da un pezzo, mi aveva salvato.
La Banda Bellini era stata per alcuni anni la più attrezzata per la difesa dei tanti cortei di quel periodo, nulla passava, come un muro di cemento armato, non c’era problema, quando ci schieravamo il resto del corteo poteva stare tranquillo, in ogni caso si sarebbe arrivati alla meta con pochi danni. Ma i fasci ci conoscevano per ben altro. Se fossi uscito di casa, il Giusva dopo avermi freddato mi avrebbe sicuramente sciacallato i Ray-ban, ma lo spolverino non me lo avrebbe nemmeno toccato, quello no, faceva parte di una storia che non lo riguardava. Quel trench rappresentava la determinazione di una generazione di giovani milanesi, proprio come nel nostro film, dove i quattro protagonisti si scagliano da soli contro un esercito intero, per fare la Cosa giusta. Non l’ho mai raccontata per intero questa storia, solo a episodi da Rattazzo, al Giamaica, o in qualche altro bar milanese all’ora dell’aperitivo, quindi aprite bene il cervello e quando alla fine vi chiederò: “Andiamo?” voi dovete rispondermi Senza esitazioni “Si andiamo!”.....
16/12/14
I Golden Years di D. Bowie
Il 21 marzo del 1976, David Bowie era in America con il suo Thin White Duke") Tour e "Golden Years" era in cima alle classifiche dei singoli più venduti negli USA. Ma quando il tour arriva a Rochester, NY, per un concerto presso il War Memorial Arena i suoi “golden years” rischiarono di deragliare quando il cantante e Iggy Pop vengono arrestati con l'accusa di possesso di marijuana, mezzo chilo, una quantità impressionante per le dure leggi sugli stupefacenti americane, secondo cui, potevano essere condannati a quindici anni di prigione, ma che alla fine portarono a niente altro che un piccolo inconveniente per Bowie, e a uno dei migliori scatti di foto segnaletiche delle celebrità di tutti i tempi.
15/12/14
CatLovers Rock e Nora in CATcerto
Torniamo a parlare di animali. Di felini. Di..gatti, in particolare. Lo sò, a noi tutti piace credere che ai nostri amici pelosi piace giocare mentre ascoltiamo i Ramones a palla, che amano rilassarsi con il Verde Milonga di Paolo Conte, che sono appassionati cronici del genio di Frank Zappa. Invece è ora di chiarire, una volta e per sempre: i nostri mici con il rock proprio non vanno d'amore: una ricerca svolta da C. Snowdon e altri scenziati ha appurato che gran parte della musica prodotta dall'uomo suona male alle orecchie feline. Il loro battito cardiaco e la loro estensione vocale non permette loro di apprezzarla, classica o metal che sia, mentre lo stesso ricercatore con la sua equipe ha realizzato una musica fatta apposta per loro, grazie anche al violoncellista D. Teie, con toni e frequenze che i mici hanno mostrato chiaramente di apprezzare. Se i gatti non amano particolarmente il rock'n'Roll, molti musicisti invece sono pazzi per questi straordinari animali. Non potevamo partire che con il "nostro" Frank Zappa : on line si possono trovare decine e decine di immagini e foto di Zappa con i suoi amati felini. Ci sono poi i Beatles e Kurt Cobain, Bowie, autore anche di Cat People, Patti Smith, Joey Ramones, Morrissey. Tante anche le copertine di dischi abbellite con foto in pose svariate di gatti: Tapestry di Carole King include Telemachus, buffo e bellissimo soriano della cantante. Adorabile il gattino dei Best Coast hanno voluto sul loro Crazy for You del 2010. Gatti su Cheishire Cat dei Blink 182, Pussycat Meow dei Dee-Lite, The Bitch don't work degli Elastica, Poor Aim:Love songs, The Blow..Comforts of Madness dei Pale Saints, il gatto austronauta di Surfing the Void dei britannici Klaxons e tanti altri ancora.
12/12/14
Hyman Minsky: combattere la povertà
Hyman Minsky, il profeta della miseria in mezzo all’opulenza
— D. Archibugi, 5.12.2014
Saggi . «Combattere la povertà» di Hyman Minsky.
Ediesse riporta all'attenzione le teorie dell'economista che consigliava ai governi «il lavoro per tutti».
— D. Archibugi, 5.12.2014
Saggi . «Combattere la povertà» di Hyman Minsky.
Ediesse riporta all'attenzione le teorie dell'economista che consigliava ai governi «il lavoro per tutti».
Ci sono due modi per combattere la povertà. Il primo è elargire sussidi che consentano agli indigenti di far fronte ai loro bisogni più impellenti. Il secondo è di trovare lavoro per tutti, in maniera che ogni famiglia possa provvedere alle proprie esigenze tramite i salari guadagnati. Il primo modo scaturisce dalla carità e ha generato molte delle istituzioni dello stato assistenziale. Il secondo ha invece condotto alle politiche attive del lavoro e spesso alla diretta creazione di impiego da parte del governo.
Hyman Minsky è stato uno degli oppositori del primo modo ed un sostenitore appassionato del secondo. Allievo di Schumpeter ad Harvard, attento osservatore delle politiche del New Deal, economista keynesiano di elezione, fu un influente consigliere, anche se inascoltato, dei governi democratici americani. Fu tra i primi a rilevare, spesso ossessivamente, la fragilità dei sistemi finanziari dell’economia capitalistica ed i pericoli connessi ad un eccessivo indebitamento delle banche e delle imprese.
Iniziava le sue conferenze con una affermazione iettatoria: «l’avvenimento economico più significativo dell’epoca successiva alla seconda guerra mondiale è qualcosa che non è accaduto: non vi è stata una depressione profonda e duratura analoga alla grande crisi del 1929». Chi lo udiva faceva spesso gli scongiuri sotto la sedia, ma poi apprezzava un ragionamento serrato in cui erano elencati i pericoli connessi all’instabilità finanziaria e le azioni necessarie per porvi rimedio. Né governi e ancor meno le banche centrali gli diedero retta.
Scomparso nel 1996, non ebbe modo di vedere avverata, nel 2008, la sua triste profezia, e proprio per le ragioni che lui aveva illustrato. Wall Street e City, Washington e Francoforte hanno iniziato solo dopo la catastrofe a prendere sul serio le sue idee, tanto che il New Yorker ha definito causticamente questa postuma aurea il «Minsky moment».
Oggi il Levy Economic Institute di New York ci offre un’altra serie di scritti dedicati alle politiche del pieno impiego (Hyman Minsky, Combattere la povertà. Lavoro non assistenza, traduzione italiana Ediesse, euro 15). È in un periodo di sostenuto sviluppo economico, nel quale gli Stati Uniti erano la locomotiva dello sviluppo capitalista, che Minsky elabora le sue idee sul lavoro. Nonostante tassi di crescita che a confronto della stagnazione odierna sembrano vertiginosi, lui vedeva già uno dei paradossi del nostro tempo, ossia la miseria nel mezzo dell’opulenza. Erano problemi su cui i Presidenti Kennedy e Johnson «mettevano la faccia», si direbbe oggi, tramite vasti programmi di politica economica e sociale. Ciò avrebbe consentito di ridurre ulteriormente la disoccupazione per portarla alla sola componente frizionale. Dall’altra, la «grande società» avrebbe agito per sostenere quanti non riuscivano ad agganciarsi al carro della crescita.
La società del benessere, sosteneva invece Minsky, non si poteva creare esclusivamente tramite politiche di assistenza. Il soccorso fornito ai disoccupati poteva aiutare nel breve periodo, ma lasciare migliaia di giovani, spesso di colore, al di fuori del mercato del lavoro significava distruggere preziose risorse umane. Senza impiego, questi ragazzi non avrebbero avuto un biglietto d’ingresso per la vita civile. Ma sarebbero stati scontentati anche coloro che, con le proprie tasse, avrebbero dovuto mantenerli per non far niente.
Minsky riteneva necessario aggredire la componente strutturale della disoccupazione, alla origine del disagio e del conflitto sociale. Il governo doveva essere più audace, generando direttamente quei posti di lavoro che il mercato non era in grado di creare. Da qui l’idea che il governo dovesse diventare «datore di lavoro di ultima istanza». L’idea di Minsky era di creare un esercito industriale di riserva pronto ad entrare in azione nei periodi di crisi per programmi di infrastrutture sociali e ambientali, che poi potesse essere riassorbito dal mercato nei periodi di espansione.
Nel 1933 furono eletti Adolf Hitler e Franklin Roosevelt con un unico punto in comune: la creazione diretta di occupazione. Ciò dimostrava che non erano solo i governi autoritari che potevano creare lavoro, lo dovevano fare anche quelli liberali, e chi falliva rischiava di aprire la porta a incontrollabili torbidi sociali. Assimilata la lezione, durante la seconda guerra mondiale si svilupparono anche in Europa progetti per assicurare la piena occupazione, come quelli di William Beveridge in Gran Bretagna e di Ernesto Rossi in Italia. Il primo perorava la sua causa alla Camera dei Lord, mentre il secondo scriveva di nascosto nel confino di Ventotene.
La persistenza della crisi economica non consente di dimenticare questa tradizione, ricordano Riccardo Bellofiore e Laura Pennacchi nell’introduzione al volume. L’intervento pubblico, utile a temperare le fasi espansive del ciclo economico, diventa vitale per impedire che la recessione si trasformi in stagnazione. L’amministrazione Obama ha tratto insegnamento dalle politiche economiche delle amministrazioni democratiche di presidenti come Roosevelt, Kennedy e Clinton, mentre l’Europa si è scoperta pericolosamente pre-keynesiana, riducendo la spesa governativa e smantellando le imprese pubbliche quando ce n’era più bisogno, senza per altro ottenere alcun effetto positivo sul debito pubblico.
Ma soprattutto, si sono bruciate le risorse umane delle nuove generazioni, spesso adagiate sui sussidi e abituate a vivacchiare in una zona grigia spesso dominata da ozii e vizi. Per un quarto di secolo, Minsky insegnò alla Washington University di Saint-Louis, una efficiente istituzione privata a soli quindici minuti da Ferguson, cittadina dove il 17% della popolazione, in gran parte di colore, vive sotto la soglia della povertà. Minsky sapeva di cosa parlava: se fosse stato ascoltato dal governo, forse non ci sarebbero più ghetti negli Stati Uniti. Oggi rammenta all’Europa che senza lavoro per tutti i nostri sistemi politici rischiano di franare.
11/12/14
Le Tourture Playlist e la campagna Zero db
<<"In tutte le camere era buio, senza luci, per la maggior parte del tempo ... Mi hanno appeso. Mi è stato permesso di dormire un paio d'ore, il secondo giorno, poi appeso di nuovo, questa volta per due giorni. Le mie gambe si sono gonfiate. le mie dita e le mani si erano intorpidite ... C'era musica ad alto volume, "Slim Shady"di Eminem e Dr. Dre per 20 giorni di seguito ... Poi hanno cambiato i suoni, si sentivano orribili risate e suoni da film dell'orrore. Mi hanno incatenato ai binari per una quindicina di giorni ... La CIA ha lavorato così sulle persone, giorno e notte ... Molti hanno perso le loro menti. Potevo sentire gente che urlando, batteva la testa contro i muri e le porte... ">>
Cinque anni per produrlo, sei milioni di documenti, un report che parla di sistemi e metodi speciali utilizzati dalla Central Intelligence Agency, e dalle strutture di contractors di cui si serve, riguardo a super luoghi di detenzione. Non tanto Guantanamo o Abu Ghraib, di cui si sa quasi tutto, e neppure delle afghane Bagram e Salt Pit che le tallonano.
Bensì dei siti oscuri dove sequestri e torture seguivano le extraordinary rendition con cui si catturavano (e si catturano) ricercati e gente comune, prelevati in vari angoli del mondo. I particolari del trattamento riservato ai prigionieri facevano rivoltare lo stomaco anche a taluni esecutori che richiedevano d’essere rimossi dall’incarico. Lituania, Romania, Polonia, Afghanistan, Uzbekistan, Morocco, Iraq sono alcuni dei paesi dove la Cia aveva impiantato le sue Dark Prison per il "trattamento". Ora spunta anche la musica. Sulla base di un registro sequestrato, sono trapelati interrogatori di soldati e detenuti, verbali, notizie in cui si può trovare anche la "contabilità" delle canzoni usate nelle basi e nelle prigioni militari americane per indurre la privazione del sonno, "prolungare lo stato di shock della cattura," disorientare i detenuti durante gli interrogatori, soffocarne le urla
Guardando la lista delle selezioni, vi sono canzoni con testi inquietanti, altre acusticamente travolgenti. Alcuni dei soldati hanno scelto, ad esempio "Die Motherfucker Die" e "Bodies" non solo per indurre alla paura i detenuti , ma anche perchè esaltavano i soldati alla guerra e il loro desiderio/piacere di uccidere. Altre canzoni apertamente con riferimenti sessuali (Deicide di "Fuck Your God) erano scelte per offendere la sensibilità dei musulmani.
LE REAZIONI
Alcuni musicisti hanno avuto reazioni dure e indignate quando hanno scoperto che la loro musica è stata usata per torturare. I Rage Against the Machine (nella persona di Zach De La Rocha) hanno anche scritto al Dipartimento di Stato e alle Forze Armate intimando di smettere, ma ci sono anche quelli che si sono sentiti.. lusingati. I Deicide hanno commentato: "E' bello. Se siamo uno standard per i militari, come Deicide ci sentiamo di fare la nostra parte per le truppe." In un'intervista del 2004 alla National Public Radio, James Hetfield dei Metallica ha detto: "Per me, i testi sono una forma di espressione, la libertà di esprimere la mia follia. Se gli iracheni non sono per la libertà di espressione, allora io sono felice di essere parte della loro espiazione." Ancora, Hetfield ha dichiarato che la sua musica è stata un fastidio per i genitori per anni, quindi perché non può esserlo per dei terroristi?." E poi vanno nelle carceri a registrare i loro video. IPOCRITI..
In collaborazione con il sindacato dei musicisti del Regno Unito, alcuni artisti hanno istituito l " Reprieve set up zero dB", per porre fine all'uso della musica nelle pratiche di tortura. Attraverso lo Zero dB, i musicisti invitano il presidente Obama a mettere espressamente fuori legge questi metodi odiosi dell'esercito americano . Ecco l'elenco di alcuni dei musicisti, (di alcuni di essi è stata utilizzata la musica per le torture) - che chiedono il trattamento umano dei prigionieri, lista che cresce ogni giorno di più: Tom Morello dei Rage Against the Machine, Trent Reznor dei Nine Inch Nails, Massive Attack, Elbow, Ash, Dizzee Rascal.
L'uso della musica in tortura deve essere apertamente condannata e impedita. E quelli che hanno autorizzato questo programma vanno ritenuti responsabili per il loro ruolo negli abusi sui prigionieri. Esiste un reale pericolo che le tecniche "psicologiche" come la Torture Music saranno sempre più attraenti, e usate come sostitutive per quelle più comuni come il "waterboarding"..
<<Non possiamo permettere che la Torture Music scivoli nel silenzio. Per saperne di più e unirsi alla protesta, aggiungendo il vostro nome alla nostra petizione, vai su: www.zerodb.org>>..
Ecco alcuni brani che compongono le Tourture Playlist:
Decide: Fuck Your God
Dope: Die MF Die, Take Your Best Shot
Eminem: White America, Kim
Barney & Friends: theme song
Drowning Pool: Bodies
Metallica: Enter Sandman
Meow Mix: commercial jingle
Janeane Garofalo/Ben Stiller: chapter from the Feel This Audiobook
Sesame Street: theme song
David Gray: Babylon
AC/DC: Shoot to Thrill, Hell’s Bells
Bee Gees: Stayin’ Alive
Tupac: All Eyez On Me
Christina Aguilera: Dirrty
Neil Diamond: America
Rage Against the Machine: unspecified songs
Don McLean: American Pie
Saliva: Click Click Boom
Matchbox Twenty: Cold
(hed)pe: Swan Dive
Prince: Raspberry Beret
10/12/14
Relax please relax: Frank Zappa Live - Does Humor Belong in Music?
Does Humor Belong in Music? è un video live di Frank Zappa, un'ora di concerto registrato dal vivo al Pier (il molo) di New York City il 26 agosto 1984, e contiene alcuni spezzoni di varie interviste del musicista italo americano. Pubblicato per la prima volta in VHS dalla MPI Home Video nel 1985 e ristampato in DVD nel 2003 dalla EMI, video non ha materiale in comune con l'album omonimo, ma molti dei brani sono stati pubblicati sui volume uno, tre e sei della serie You Can't Do That on Stage Anymore
Players:
Frank Zappa - lead guitar, vocals
Ray White - guitar, vocals
Ike Willis - guitar, vocals
Bobby Martin - keyboards, French horn, sax, vocals
Allan Zavod - keyboards
Scott Thunes - bass, vocals
Chad Wackerman - drums
Tracks:
01. Zoot Allures
02. Tinsel Town Rebellion
--- City of Tiny Lites (beginning) / interview segment
03. Trouble Every Day
04. Hot Plate Heaven At The Green Hotel (edited, and including more interview segments)
--- Goblin Girl (beginning) / interview segment
--- The Deathless Horsie (ending)
05. The Dangerous Kitchen
06. He's So Gay
07. Bobby Brown
08. Keep It Greasey
09. Honey, Don't You Want A Man Like Me?
--- Carol, You Fool (beginning) / interview segment
10. Dinah-Moe Humm
11. Cosmik Debris
--- (Encore)
12. Be In My Video
13. Dancin' Fool
14. Whippin' Post
09/12/14
Bizzarri, Sperimentali, Indipendenti: registi underground
Registi che evocano lo spirito indipendente del movimento cinematografico underground, film che durante gli anni '60, '70 e '80 hanno esplorato, sperimentato il rapporto con la fotografia, col montaggio, il processo di stampa della pellicola, la natura fisica del filmato, i confini della tecnica e della narrativa, mischiandoli con l'arte sperimentale. Queste immagini, film, documentari, cortometraggi, furono prodotti fuori dal circuito commerciale delle grandi produzioni: dal sovversivo al surreale, si dilettarono con soggetti espliciti e radicali, con una complessa interrelazione tra le cose filmate e il sistema. A questi artisti tanto deve il cinema di oggi, con alcuni dei più grandi talenti (Scorsese, Linch) che hanno esplicitamente riconosciuto la loro influenza..
Sarah Jacobson
(25 agosto 1971, Norwalk, Connecticut - 13 febbraio 2004 New York City)
Regista indipendente che ha scritto, prodotto e girato i propri film.A proposito del breve splatter underground di Jacobson I Was a Teen Age Serial Killer, (1993) un film chiave del cinema underground americano, intriso di tutta la rabbia sovversiva di quel decennio:"
<<Per me, il femminismo significa che come donna, dovrei avere la stessa possibilità di fare quello che voglio. Io non voglio essere meglio degli uomini, non voglio tenerli ai margini.. E 'come avere la loro estetica B-movie, e io ho la mia idea rispetto a essa.">>
Considerata come una delle donne più influenti nella cultura delle ragazze americane degli aultimi anni, Mary Jane non è più vergine (Mary Jane's not a virgin anymore, 1997), il film più importante della Jacobson ottenne il definitivo riconoscimento nell'ambito dell'underground. Molto stimata dai musicisti e gruppi punk, nella colonna sonora del film ci sono i Mudhoney e Babes In Toyland, mentre jello Biafra, ex Dead Kennedys, appare in un piccolo cameo. Kim Gordon dei Sonic Youth era una sua grande amica e estimatrice. Film Threat Magazine, nella sua Threat Film Video Guida ha inserito Mary Jane's not a virgin anymore come uno dei "25 film underground assolutamente da vedere". Grazie al suo approccio punk, do-it-yourself, e al successo dei suoi film scrisse per diverse pubblicazioni, tra cui Punk Planet , Grand Royal , San Francisco Bay, The Guardian e Indiewire, e diretto video musicali per svariate band alternative. J acobson ha lasciato dietro di sé un'eredità di genere che continua a influenzare molti registi indipendenti.
Kenneth Anger
Il registra più mostruoso del cinema underground americano.
<<Non ho mai lavorato a Hollywood perché avevo una coscienza politica. La Scare Red - la paura del comunismo - era solo un bluff per gente come McCarthy per guadagnare potere. Alla 20th Century Fox si doveva fare un giuramento di fedeltà e giurare che non si sarebbe fatto nulla contro gli ideali e lo spirito americano.. Risposi: "Lasciate perdere."
Prima di David Lynch di "Blue Velvet" del 1986, Kenneth Anger aveva utilizzato nel rivoluzionario film del 1963 Scorpio Rising l'idea di un Hollywood vista attraverso l' immaginario queer, e dell'occulto. Le sue giocose concezioni contraddittorie del desiderio omosessuale continuano ad influenzare il nostro modo di intendere la sessualità e la nostra identità. Nonostante il suo lavoro abbia influenzato gente come Scorsese e Lynch il cinema rivoluzionariodi Kenneth Anger è stato per decenni relegato nell'underground più profondo.
<<C'è un terzo volume di Hollywood Babilonia (La controversa trilogia di libri sugli scandali dell'industria cinematografica che Anger iniziò a pubblicare nel 1959), che ancora non può essere pubblicato a causa di un gruppo molto cattivo, Scientology. Hanno messo serpenti a sonagli nelle cassette postali delle persone - questo è un dato di fatto. Ed è un modo piuttosto esotico di spaventare la gente!>>
Paul Morrissey
Collaboratore alla Factory di Andy Warhol Paul Morrissey - è stato una delle forze trainanti per quanto riguarda il cinema uscito della factory.
Gran parte del mito, se possiamo chiamarlo così, intorno a Paul Morrissey è dato dal suo precoce rapporto proprio con la Factory di Andy Warhol: in un mondo di weirdos stilizzati, Morrissey è stato l'uomo d'affari, sempre alla ricerca delle possibilità commerciali insite in una scena in cui pochi credevano. Una anomalia nella factory. L'ambizione di Morrissey ha reso possibile rielaborare l'estetica di Warhol degli esperimenti concettualmente ricchi ma insopportabilmente noiosi come Sleep and Empire in opere più accessibili, coerenti, e impegnati come Trash: I rifiuti di N.Y, Calore, Sangue misto, Dracula cerca Sangue, e Women in Revolt. I "grandi successi del cinema" di Warhol appartengono, per la maggior parte, a Morrissey, che ha scritto, prodotto, diretto e mentre Warhol ha contribuito postando il suo nome sopra il titolo. In un'intervista per la Hidden Films, Morrissey dichiarò che Andy Warhol era un incompetente, che non sapeva nulla di cinepresa. In quasi tutte le interviste alla fine del 1970, quando stabilmente si separò da Warhol, Morrissey nel migliore dei casi parlò di Warhol con..dolce pietà e nel peggiore con disprezzo, a titolo definitivo.
Melvin Van Peebles
"Sweet Sweetback's Baadasssss Song ", ci ha dato tutte le risposte di cui avevamo bisogno. Questo è stato un esempio di come fare un film (un vero film), auto distribuirlo, e cosa più importante, farci dei soldi. Senza Sweetback chissà se avremmo visto Hollywood Shuffle, o House Party, ha dichiarato Spike Lee. Melvin Van Peebles, padre dell'attore e regista di New Jack City Mario Van Peebles, scrisse e interpretò il rivoluzionario film del 1971 - caratterizzato da un cast all-black e scene di sesso non simulate, che anticipò un'ondata di film imitazioni, e alla nascita della blaxploitation. Ripetutamente respinto dal circuito degli studios, Peebles finanziò il film con l'aiuto di Bill Cosby.
Russ Meyer
Russ Meyer fu il pioniere della sexploitation. I film di Meyer, ad alto contenuto di sesso e violenza, erano però impregnati di umorismo, e critica spietata alla società dello spettacolo, in modo però sempre divertente.Ciononostante, si distinguevano per un insolito e elevato livello di arte. A lui si deve Mondo Topless, documentario sulle sue ragazze maggiorate, Mudhoney, violento dramma rurale, quindi Motorpsycho! sui motociclisti ribelli negli anni '60 (Da questi due film sono stati presi i nomi delle rispettive band rock). Per questo negli ambienti di produzione cinematografica professionali, Meyer era conosciuto come il direttore creativo nel campo sexploitation. I suoi concorrenti sfornavano film a basso budget sfruttando la nudità delle loro attrici (che di solito erano abbastanza orribili nella recitazione), il budget di Meyer si aggirava circa sui $ 70.000, faceva le prove per il suo cast per un mese prima di girare,denotando tecnica ed inventiva sconosciute agli altri registi del ramo . . . Il progetto incompiuto più famoso del regista è Who killed Bambi?, che doveva essere interpretato dalla punk band dei Sex Pistols.
Aldo Tambellini
Da vedere tutte le mostre di Aldo Tambellini. Dalla James Cohan Galleria:
Artista iconoclasta e sperimentale Aldo Tambellini è stato tra i primi artisti nei primi anni 1960 ad esplorare le nuove tecnologie come mezzo d'arte. Tambellini ha combinato proiezioni di diapositive, film, performance, e musica in esperienze sensoriali che egli giustamente ha chiamato "Electromedia." Attivista della contro cultura Aldo Tambellini manifestò la sua opposizione all'establishment dell'arte, contro la manipolazione e la riduzione degli artisti a merce, considerati come investimento finanziario, piuttosto che come entità culturali. "The Black Film Series", fu una serie di sette film sperimentali, realizzati tra 1965-1969: dall'astrazione totale all'assassinio di Bobby Kennedy, dalla guerra del Vietnam agli adolescenti neri di Coney Island. Dalla riscoperta di tutto questo materiale, il lavoro di Tambellini diventò oggetto di grande interesse per i primi nuovi media.
Joe Sarno
Conosciuto come l' "Ingmar Bergman dei film pornografici," Joe Sarno è stato recentemente oggetto di una retrospettiva al Anthology Film Archives. Scrittore e regista di dozzine di pellicole erotiche a basso budge, destinate a 'soli adulti, nel mercato cinematografico degli anni '60, Sarno fu uno dei veri pionieri del genere erotico di celluloide e uno degli stilisti più sinceri e celebri della sexploitation. Film come Confessioni di di una giovane casalinga americana presentano le tipiche sexcapades swinger di caratteristiche dello stile sexploitation del periodo, ma Sarno disarmava il pubblico con una intimità ed emozion sorprendenti, nel raccontare di una casalinga conservatrice che esplora e ritrova la sua libertà sessuale.
Pierre Clémenti
Riconoscerete Pierre Clémenti come il gangster amante di Catherine Deneuve in Bella di giorno di Luis Buñuel, ma ha collaborato con tutti i registi più visionari degli anni '60 e '70 (Pasolini, Bertolucci, Visconti,Pasolini..). "Bello e dannato", 18 mesi di prigione in Italia per droga appannarono la sua carriera, raccontò nel libro Pensieri dal carcere la vicenda, ma ha trovato l'accettazione di tutto il movimento del cinema underground e non solo francese e italiano. Girò un film anche con Warhol, Superstar Viva.
Sogo Ishii
L'autore cult dell'underground giapponese, le cui opere della città come Burst hanno precedutoil movimentob cyberpunk giapponese e hanno ispirato grandi produzione cinematografica del sol levante. Takashi Miike è stato inserito nella lista dei " 50 film più strani mai fatti." "Faccio film da quando avevo 19 anni anni. Il primo è stato girato in 8mm, Panic in High School. Al momento è molto difficile per i giovani a fare film in Giappone ", ha detto Ishii Midnight Eye. " La maggior parte dei registi hanno oltre 40 anni, e il normale processo ha inizio come aiuto regista, per poi passare gradualmente alla regia. Non volevo essere un assistente regista e ho iniziato a fare film da solo. Quindi sì, la mia strada è stata del tutto diversa dalla solita che tutti seguivano in quel periodo.. "
Robert Downey Sr.
Dall'uomo che ci ha donato Robert Downey, Jr. arrivano classici di culto come Putney Swope (una satira graffiante del settore pubblicitario) e parodie underground. L'ex moglie del regista, Elsie Downey, è presente in quasi tutti i film di Downey Sr. Ha catturato la maggior parte delle immagini animate per i suoi film con una fotocamera da 35 mm, il suo umorismo era troppo all'avanguardia per il suo tempo, e anche i suoi progetti con grandi budget, come Greaser's Palace del 1972 (Il Palazzo di Greaser), un western psichedelico, una commedia surrealista, parabola sulla vita di Cristo sullo sfondo della frontiera Americana.
Abel Ferrara
Ferrara si è sempre trovato a cavallo di due mondi, diventando un regista di culto nell'underground con Driller Killer, del '79, storia di un pittore che impazzisce e inizia ad uccidere con un trapano alcuni barboni . Ma Ferrara è anche uno dei rari registi uscito dalle ristrettezze dell'underground, ottenendo un buon successo presso il grande pubblico e la critica. Il cattivo tenente (Bad Lieutenant) fu il film della consacrazione. Ferrara ha sempre confutato l'etichetta underground. "Sono un ragazzo bianco con un'istruzione universitaria. Mangio da Morton come gli altri ragazzi ", dichiarò al New York Magazine nel 1993. Definito un "junkie-voyeur", osservano:" Gli piace circondarsi di persone del mondo criminale, perché vuole dare una sbirciatina dietro le loro quinte, esenza pagare per questo! ". Questa dicotomia conferisce un'affascinante tensione al suo lavoro, ma ha anche stigmatizzato la sua carriera.
Kazuo Hara
I film del documentarista giapponese Kazuo Hara erano conflittuali, il suo cinema guerrilla-style e l'esplorazione di argomenti proibiti era rivoluzionario, intuitivo, e provocatorio. <<"Faccio film amari. Odio la società tradizionale".>>
In The Emperor's Naked Army Marches On (Yukiyukite shingun, 1987), ha raccontato i crimini di guerra commessi dai soldati giapponesi in Nuova Guinea durante la seconda guerra mondiale, con la cronaca di omicidi e cannibalismo, La storia è raccontata attraverso l'indagine appassionata di un veterano che ha accusato di atrocità l'imperatore Hirohito (un'accusa asslutamente tabù nella società giapponese). Il suo primo lungometraggio, Goodbye CP (1972), è uno sguardo di sfida verso gli uomini giapponesi, e fu realizzato in collaborazione con un gruppo di persone affette da paralisi cerebrale: il pubblico fu sconvolto dalle immagini della disabilità fisica e i critici accusarono Hara di sadismo. Mentre Extreme Private Eros: Love Song 1974, è un confessionale documentario implacabile incentrato sulla sua burrascosa relazione con l'ex-moglie, Takeda Miyuki, una femminista radicale.
In The Emperor's Naked Army Marches On (Yukiyukite shingun, 1987), ha raccontato i crimini di guerra commessi dai soldati giapponesi in Nuova Guinea durante la seconda guerra mondiale, con la cronaca di omicidi e cannibalismo, La storia è raccontata attraverso l'indagine appassionata di un veterano che ha accusato di atrocità l'imperatore Hirohito (un'accusa asslutamente tabù nella società giapponese). Il suo primo lungometraggio, Goodbye CP (1972), è uno sguardo di sfida verso gli uomini giapponesi, e fu realizzato in collaborazione con un gruppo di persone affette da paralisi cerebrale: il pubblico fu sconvolto dalle immagini della disabilità fisica e i critici accusarono Hara di sadismo. Mentre Extreme Private Eros: Love Song 1974, è un confessionale documentario implacabile incentrato sulla sua burrascosa relazione con l'ex-moglie, Takeda Miyuki, una femminista radicale.
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