“Caro lavoratore”,
Dalle verifiche effettuate, a fronte di un tasso di assenteismo complessivo rilevato nel sito di Pontedera significativamente più elevato rispetto a quello riscontrabile presso gli altri siti produttivi del Gruppo Piaggio in Italia e, in generale, tra le aziende del settore, e’ emersa un sua presenza al lavoro del tutto discontinua, caratterizzata da ripetute assenze di breve periodo, imputate a titoli diversi, potenzialmente tali da determinare un oggettivo impedimento alla possibilità di un utile impiego della sua prestazione lavorativa.
Più specificatamente, nel corso del periodo analizzato (dal xx/xx/xxxx al xx/xx/xxxx)
Ella e’ stata assente dal lavoro per un totale di xx giorni lavorativi, maturati in xx episodi di assenza per causali diverse, con una media dunque di x,x giorni a episodio.
Il difficile contesto economico che caratterizza i mercati in cui opera la nostra azienda impone l’adozione di adeguate misure di correzione degli abusi di istituti (di per se’ legittimi), ove si trasformino in periodi di assenza abnormi: la discontinuità della sua prestazione lavorativa, come sopra dettagliata, rappresenta un elemento di vanificazione dell’impegno posto in essere dalla collettività dei nostri dipendenti per superare le difficoltà dell’attuale momento.
Alla luce di ciò, desideriamo pertanto raccomandarle per il futuro un attivo impegno per assicurare una maggiore assiduità della prestazione lavorativa.
Le segnaliamo altresì che, laddove non constatassimo cambiamenti, fermo il diritto della nostra società di verificare l’effettiva giustificazione di ciascuna sua assenza, ci vedremo costretti a trarre tutte le conseguenze derivanti dalla mancanza di utilità e/o interesse per una prestazione caratterizzata da modalità siffatte.
Dalle verifiche effettuate, a fronte di un tasso di assenteismo complessivo rilevato nel sito di Pontedera significativamente più elevato rispetto a quello riscontrabile presso gli altri siti produttivi del Gruppo Piaggio in Italia e, in generale, tra le aziende del settore, e’ emersa un sua presenza al lavoro del tutto discontinua, caratterizzata da ripetute assenze di breve periodo, imputate a titoli diversi, potenzialmente tali da determinare un oggettivo impedimento alla possibilità di un utile impiego della sua prestazione lavorativa.
Più specificatamente, nel corso del periodo analizzato (dal xx/xx/xxxx al xx/xx/xxxx)
Ella e’ stata assente dal lavoro per un totale di xx giorni lavorativi, maturati in xx episodi di assenza per causali diverse, con una media dunque di x,x giorni a episodio.
Il difficile contesto economico che caratterizza i mercati in cui opera la nostra azienda impone l’adozione di adeguate misure di correzione degli abusi di istituti (di per se’ legittimi), ove si trasformino in periodi di assenza abnormi: la discontinuità della sua prestazione lavorativa, come sopra dettagliata, rappresenta un elemento di vanificazione dell’impegno posto in essere dalla collettività dei nostri dipendenti per superare le difficoltà dell’attuale momento.
Alla luce di ciò, desideriamo pertanto raccomandarle per il futuro un attivo impegno per assicurare una maggiore assiduità della prestazione lavorativa.
Le segnaliamo altresì che, laddove non constatassimo cambiamenti, fermo il diritto della nostra società di verificare l’effettiva giustificazione di ciascuna sua assenza, ci vedremo costretti a trarre tutte le conseguenze derivanti dalla mancanza di utilità e/o interesse per una prestazione caratterizzata da modalità siffatte.
Distinti saluti
Piaggio & C. s.p.a
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L’eliminazione dei lavoratori più sindacalizzati, guarda caso, è proprio uno dei principali obiettivi del Jobs Act.
Mentre i primi decreti attuativi sono quasi pronti, le aziende
cominciano a pensare a come sfruttare le nuove leggi che attaccano
ancora una volta i diritti dei lavoratori. Così alla lettera di avviso mandata agli operai Sevel (ditta fornitrice esclusiva di Fiat), segue immediatamente analoga lettera ricevuta dai lavoratori della Piaggio. Il messaggio è chiaro, diretto, inequivocabile: ora
tutte le aziende possono lasciarvi a casa facilmente, basterà pagare un
piccolo indennizzo, quindi anche le malattie (per quanto reali e
dimostrate con tanto di certificato medico) non saranno più ammesse.
La produttività, che nel nostro sistema significa sfruttare di più gli
uomini, non ha morale: chi è più “malaticcio” stia a casa. Già ma qual è
la soglia di assenza accettabile? Man mano l’asticella si alzerà sempre
di più, perché le valutazioni sono differenziali: se uno comincerà a
non stare mai a casa (anche quando è realmente ammalato), tutti dovranno
uniformarsi, altrimenti diventeranno quelli poco produttivi. “Se ce la
fa lui, perché non puoi riuscirci anche tu? Ok, stai male, ti credo. Ma
se lui sta sempre bene, è un mio diritto scegliere lui e tagliare te.
Mica posso pagare io i tuoi legittimi malanni? Anche perché la tua
debolezza rallenta e danneggia pure i tuoi colleghi”, questo il
messaggio, per nulla velato, con cui Fiat (Sevel) e Piaggio hanno
augurato “buon anno” ai propri lavoratori.
Clash City Workers
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