Mentre in Italia molte società subiscono il ricatto di gruppi di tifosi, legati all' estrema destra e spesso alla malavita, perchè gestire una curva vuol dire anche fare affari, in Europa c'è una piccola squadra che milita nella serie B tedesca che fa proseliti, non solo in Germania.
Amburgo, Germania. Fine settimana.
La palla percorre un verde intenso nel centro di uno stadio macchiato di marrone e bianco. E rosso. Cori che rintronano, assordanti. Onde di tessuti che fluttuano, ancheggiando al ritmo di Hells Bells degli AC/DC. Gol che imperversano sulle note dei Blur, Song 2. E il Che presente, siempre. Anche l’Antifaschistische Aktion, in tutti gli angoli degli spalti. Sulle bandiere, sulle sciarpe, nel cuore. È il Sankt Pauli.
Catologna, il sud. Immagini proiettate in diretta su un telo bianco. In un ateneo popolare, rivestito di rosso e nero. Pareti che trasudano storia, di movimenti popolari, di movimento operaio. Un luogo di intensità, impegno, militanza. Ci sono anche il tempo libero e lo svago. Antifascismo e gol celebrati a ritmo di ska. Un gruppo di persone che fanno il tifo, sciarpa in mano. È il Sankt Pauli FanClub Catalunya. E il legame? Doppio. Sportivo e politico.
Due mondi che alcuni, in modo formale, solo formale, pretendono separare. Il tempo libero e la gestione. Il divertimento e la serietà. Rifeudalizzazione dello spazio pubblico, nelle parole di Habermas. E nonostante questo, alcuni si ostinano a mostrare l’altra faccia, l’altro rovescio della realtà. Il pallone e la Politica. Devono sempre essere estranei lo sport e la Politica? Quella con maiuscola, non la Real Politik, non il mero scontro elettorale. Fu questa la radice, la causa per cui un gruppo catalano decise di costituire, a più di 1500 chilometri di distanza, un fan club di una squadra tedesca di serie B. Non certo i successi sportivi. È dignità cosciente. Non è semplice svago per sfuggire all’apatia. È la visione del calcio come una attività umana relazionale, iscritta nella vita sociale, radicata nella comunità. E, insieme a questo, la stessa definizione della squadra, il FC Sankt Pauli, nei suoi statuti, come ntifascista, antirazzista e antisessista. Un esempio, forse unico, nella pratica professionale. Questa è la causa dell’ammirazione, dell’unione tra due realtà territoriali: la concezione concreta dello sport. Non significa la sua politicizzazione, ma la sua nozione come spazio che non è isolato dal contesto sociale in cui si iscrive. Il capitalismo, nella sua continuità storica, ha cooptato la totalità delle sfere della vita, imponendosi anche in maniera inesorabile al tempo libero, sotto la sua idea di business. Il calcio e i suoi partecipanti si creano come oggetti di consumo di massa all’interno di una industria che, cercando la massimizzazione dei suoi profitti, finisce per occupare i consigli di amministrazione delle diverse squadre. L’uniformizzazione si impone e si intravede in tutto il territorio, solo distinta dal colore delle magliette. E in questo manto di sabbia, in bianco e nero, emergono esperienze che raccolgono la memoria del passato e la visione di un futuro diverso. La dignità di un’altra idea, di un’opzione differente. Una alternativa all’unicità imposta dalle elite e diffusa dai mezzi di comunicazione di massa. Una aspettativa materializzata nel quartiere portuale e rosso di Sankt Pauli, ad Amburgo, con spigoli che convergono nella realtà sociale. Un modello di ribellione. Viene raffigurata da un esempio di empowerment del tifo, che adotta la bandiera pirata, la quale finisce per diventare quella ufficiosa. È un modello di ribellione, di traslazione dell’asse alle persone. La squadra con il maggior numero di tifosi. Quella in cui le tifose, perdendo una fonte di finanziamento, riuscirono a far ritirare dallo stadio una pubblicità di una rivista destinata al genere maschile. È la realizzazione di un’opzione contraria alla sottomissione e al patriarcato. La prima squadra che proibisce ufficialmente nel suo stadio qualsiasi simbologia fascista. Pirati che lottano per la trasformazione e la presa di coscienza sociale. È la forza della comunità. Quella per cui il tifo la riuscì a salvare dalla bancarotta attraverso la creazione e la vendita di magliette, e mediante una campagna capeggiata dai bar del quartiere: per ogni birra consumata, mezzo euro di salvezza. Una squadra in cui le principali vittorie sono le campagne per stabilire distributori di acqua potabile nelle scuole di diversi paesi latinoamericani. Solidarietà, sport come cooperazione, non come rivalità. Il legame fra il nord e il sud. Amburgo e la Catalogna. Una boccata di aria fresca nell’oppressione. Il rifiuto del calcio come business. Una visione opposta dello sport e del tempo libero. Cooperazione e solidarietà. Posizionamento. Manifestazione di alternative sociali sugli spalti. Resistenza. È il Sankt Pauli.
Natxo Parra Arnaiz ** Avvocato, membro del FanClub St. Pauli Catalunya
Aggiornamento del 18/03/013:
Striscione del Sankt Pauli nell'anniversario dell'assassinio di Davide Dax Cesare per mano fascista a Milano,
il 16 marzo 2003..
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