"L'uomo Van Morrison non sempre ha a che fare con il personaggio Van Morrison".
Tralasciamo la storia, la biografia dell'irlandese dal bagaglio culturale prettamente americano (da bambino sognava di diventare un cow-boy..). La sua carriera, prima con i Them, il quintetto dai modi grezzi ma brutalmente efficace, che usava rifornirsi di blues tradizionali per flagellarli poi senza pietrà, sulla scorta di quello che già facevano all'epoca Animals e Rolling Stones. Le contaminazioni dei Them avrebbero influenzato enormemente molti gruppi, David Bowie mai ha nascosto la sua ammirazione, tanto che coverizzò Here comes the Night in Pin Up. Tralasciamo anche la carriera solista, con album ormai entrati nella storia del rock come Astral Weeks e Moondance, affreschi sonori con sortite nel soul e nel jazz e una musica, in definitiva, spontanea e giocosa, con cui ha sempre cercato di esplorare l'intimo territorio del personaggio. Cosa rimane se tralasciamo tutto questo? Ci rimangono le esibizioni dal vivo, che non sono mai state facili per Van. "Non sono uno di quelli che funzionano a gettone" amava dire. In lotta perenne con il pesante e instabile fardello delle sue emozioni, appariva spesso snervato, teso al massimo e alla mercè del suo carattere umorale. Bastava un qualsiasi guaio all'impianto d'amplificazione, uno dei suoi musicisti non proprio in vena, per sbilanciare il suo precario equilibrio nervoso, e vanificare l'impegno con cui affrontava il palco. Incapace di affrontare situazioni, negato al compromesso, spesso usciva di scena lasciando sconcertato il pubblico. Anche se negli ultimi anni queste scene si fecero sempre più rare, Van Morrison come possiamo vedere nel Live at Montreux che presentiamo, rimane dallo sguardo collerico, non ride mai, parla poco e basta un cenno del capo perchè si concentri con gli altri musicisti sulla musica, uomini e arte in una sola cosa, in un dialogo spesso per noi incomprensibile. Lo vediamo quì con un ottima formazione allargata, con un grande Mark Ishman ai fiati, e J. Plantania alla chitarra elettrica che fa davvero faville, dagli ingranaggi al limite della perfezione, sicuro di sè, capace di esprimersi completamente e con assoluta disinvoltura. Ma mi raccomando, non provate a cercare un sorriso su quella ruvida faccia da irlandese.. Per una domenica in rilassatezza.. emotiva.
Recorded Live: 6/18/1980 - Montreux (Switzerland)
Setlist:
Wavelength
Kingdom Hall
And It Stoned Me
Troubadours
Spirit
Joyous Sound
Satisfied
Ballerina
Summertime in England
Moondance
Haunts of Ancient Peace
Wild Night
Listen To The Lion
Tupelo Honey
Angeliou
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