David Bowie, il ritorno a sorpresa (su Internet).
Dopo dieci anni di assenza, il ritorno in punta di piedi, con un pezzo non facile, si trasforma in 12 ore in una valanga mediatica per il Duca Bianco
Era fermo da
dieci anni. Un lasso di tempo che nel mondo del pop ormai equivale a tre carriere sommate. Improvvisamente, la mattina dell'8 gennaio (il giorno del suo compleanno e di quello di Elvis Presley) David Bowie esce con un nuovo singolo e un nuovo video. Esce senza preavvisi e senza annunci. Senza snippet e senza teaser.
Esce con un pezzo secco e di una malinconia straziante intitolato Where are we now, dove siamo adesso?
La canzone è accompagnata da un video firmato dall'artista newyorchese Tony Oursler, vecchio amico di Bowie e famoso per i suoi pupazzi su cui vengono proiettati volti umani con effetti disturbanti. Nel video, la faccia di Bowie è proiettata su una delle due teste di un bambolotto mostruosamente bicefalo. Sull'altra, una donna, una sua gemella siamese, sembra ascoltarlo rassegnata. La canzone parla di una passeggiata da sonnambulo per una Berlino che sembra solo una quinta teatrale per questo " man lost in time". Non è più la Berlino in cui l'artista aveva pensato i dischi della famosa trilogia (Heroes, Low e
Lodger) e neanche la Berlino festosa del crollo del muro. Il pupazzo prende vita nello studio di un artista, pieno di oggetti, sia strumenti di lavoro che bizzarri
objet trouvé. Sembra un cantiere creativo in via di smantellamento.
A dare ancora di più il senso dello straniamento, la camera di Oursler si allarga e mostra il vero David Bowie che, pensoso, osserva l'ologramma di se stesso. Accanto a lui, roba accatastata alla rinfusa e un grande sacco di tela con la scritta rossa e stridente " Thank You For Shopping With Us". Un addio di sapore warholiano al mondo del pop? Le letture, anche le più fantasiose e le più sofisticate, si affastellano nei tweet dei fan.
La mattina dell'8 gennaio emerge anche la copertina del nuovo album di Bowie, che uscirà l'11 marzo, pochi giorni prima della grande mostra che il
Victoria & Albert Museum di Londra gli dedicherà. Ed è un altro shock: è la copertina del classico album
Heroes (1977) con il volto di Bowie coperto da un quadrato bianco e la scritta " The Next Day", il giorno dopo. Il titolo del vecchio album, Heroes, è coperto da un segnaccio di pennarello nero. "
Le vecchie foto su un disco significano solo Greatest Hits", spiega sul suo blog
Jonathan Barnbrook, il designer della copertina: "Il senso è tutto nella scritta, The next day , che sopra alla copertina classica di Bowie ci fa riflettere sul fatto che la grande musica pop e rock è sempre del momento e cancella il suo stesso passato".
David Bowie ha già annunciato che non darà interviste e non farà date live per promuovere il nuovo album. Il lancio in sordina è stato comunque garanzia di esposizione mediatica massima, più di qualunque conferenza stampa: il primo tweet dall'account ufficiale di Bowie delle 6 del mattino è stato retwittato più di mille volte in poche ore e la notizia si è presto trasformata, da piccola palla di neve, a valanga mediatica. Una valanga che ha sommerso qualunque altro annuncio musicale. Ironia della sorte, proprio quello degli Suede, la band britpop forse più indebitata con David Bowie, che ha avuto la malaugurata idea di lanciare proprio oggi la notizia del nuovo album.
Wired
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