12/07/15

Maggie, (Contagious - Epidemia mortale) come il mondo abbandona un adolescente

Ri-pubblichiamo dall'archivio Maggie. L'avevamo visto prima che uscisse in Italia, chiaramente con un titolo diverso: Contagious - Epidemia mortale. 
Il post era del 26/05/015.

Un film horror indipendente, sembra uno dei tanti, un film su un epidemia zombie di quelli che tanto ci piacciono. Salta agli occhi però che il protagonista è un certo Arnold Schwarzenegger: con queste premesse, non vi ci buttereste a pesce, come si suol dire?

L'infezione zombie che ha colpito il mondo stavolta è diversa, il virus è diverso da quello che siamo abituatia vedere nelle miriadi di film sui morti viventi . Il virus è lento, ha un periodo di incubazione di otto settimane. Una volta trascorso questo tempo, le vittime infettate, iniziano a "trasformarsi", il deterioramento è graduale, con una iniziale perdita di appetito, prima che questo ritorni sotto forma però di fame di carne umana, con un comportamento aggressivo fino a perdere completamente la propria umanità. Molti americani sono diventati cannibali senza cervello - chiamati "Necro-ambulanti", un modo pretenzioso per non dire "morti che camminano" - e sono molto contagiosi, tanto che il governo ha approntato centri di quarantena: insieme ad altri infettati, finchè dopo la trasformazione iniziano ad uccidersi a vicenda o, in alternativa, si può scegliere una dolorosa eutanasia. Non ci sono cure, vaccini o altro. Schwarzenegger è Wade, un "farmer" che recupera la figlia adolescente da uno di questi centri, Maggie (Abigail Breslin), scappata di casa dopo essere stata morsa da un "ghoul": Wade sà com'è la procedura, sà cosa accadrà dopo le otto settimane e sà cosa deve essere fatto per quanto riguarda Maggie, ma aveva promesso alla ex moglie di prendersi cura della figlia a qualsiasi costo, ed è determinato a mantenere Maggie in seno alla sua famiglia. Questa è la storia, cercando di non spoilare.

Nonostante sia etichettato come un film horror, "Maggie" è un dramma di ambientazione zombie. Non c'è niente di spaventoso nel film e il sangue e le scene "gore" sono ridotte al minimoo. Tutto è incentrato saldamente sul rapporto di Wade con Maggie. Il film è soprattutto una rappresentazione di come può essere affrontata la vita in una situazione del genere, con un epidemia molto contagiosa pienamente in corso. E' il racconto di un gioco di attesa, fino a quando Maggie si trasformerà, e della giostra delle reazioni delle persone intorno al suo dramma, e di come tutti sono colpiti da questo. La segreteria telefonica all'inizio del film, insieme alle notizie trasmesse dalla la radio ci rovescia i dettagli angoscianti del triste stato in cui il mondo si trova ora, e ci introduce alla storia che segue Maggie mentre si prepara all'inevitabile. Invece di mostrare un attacco di zombie, "Maggie", mette in mostra persone che parlano di qualcosa che non riusciamo a vedere. E 'un approccio molto interessante in un primo momento, attraente per la storia (di desolazione e di isolamento) del modo in cui il mondo abbandona Maggie, ma che diventa un pò faticoso da seguire fino alla fine.

Arnold Schwarzenegger nella sua carriera ha avuto il complesso del salvatore della patria. Dal teutonico Übermensch, ai robot apparentemente indistruttibili, passando per alieni, demoni, e calandosi egli stesso nel Diavolo, era l'immigrato che si vantava di salvare la California e poi - ammesso che avrebbe trionfato, alle elezioni - avrebbe fatto lo stesso con gli Stati Uniti, e dopo anche con il mondo. Il suo governatorato, naturalmente, si è rivelato un fallimento, e il suo successivo ritorno alla recitazione è stato un flop, umiliante, dopo l'altro. L'età e uno scandalo sessuale in seguito hanno ulteriormente fatto calare la sua popolarità. Con questo film Schwarzenegger cerca di sconvolgere la sua immagine, con un film che inizialmente ha un ritmo da film d'arte rumeno, di quelli che si vedevano una volta nei cineforum, più che un po' lento. Lontanissimo dagli standard macho, forse assumendo questo ruolo (e anche di co-produttore del film), Schwarzenegger sta cercando di emulare duri come Clint Eastwood con Gli spietati, o il suo amico Sylvester Stallone, che un pò di rispetto ha ottenuto con l'interpretazione del poliziotto alcolizzato in Copland. Ma nonostante gli sforzi, ancora non è in grado di fornire una linea di dialogo senza sembrare come se l'avesse imparato foneticamente a memoria, tanto che la maggior parte di Maggie è per la maggior parte girato al buio, e dove si può a malapena a distinguere gli zombie dagli umani.

Maggie non è un grand film, ma è inquietante, angoscioso, una sorta di entrata in alcune delle ansie culturali della nostra epoca - nuove pestilenze, catastrofi ambientali, istituzioni come un grande fratello che minacciano la santità della casa e della famiglia.
Il film ci pone anche di fronte alla domanda: perché possiamo sopprimere un animale morente, sollevarlo dalla sua miseria, senza pensarci due volte e non riusciamo a fare lo stesso con i nostri simili?
Il film diventa, in breve, una tragica storia d'amore tra padre e figlia ma è anche la descrizione di un modo di vita che sembra sempre più in disfacimento sotto i nostri occhi: non possiamo salvare il mondo e le prossime generazioni ma possiamo almeno scegliere il veleno con cui finire. Uno dei difetti del film sta invece nella musica, troppo melensa, troppo sentimentale, con archi e un pianoforte che tentano di aggiungere un tocco di tenero di cui non si sente il bisogno e tutti piangono un pò più del dovuto.
Primo lungometraggio del regista Henry Hobson. 


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